Dall’Europa nuove misure straordinarie, attenzione però alle regole troppo rigide per le banche
Per contrastare le gravi ripercussioni della guerra in Ucraina e dei rincari dell’energia, la Commissione Europea sta lavorando ad un nuovo Quadro Temporaneo per mettere in campo interventi straordinari a sostegno dell’accesso al credito delle imprese per far fronte alle criticità per il sistema produttivo e per le famiglie. In particolare, la Commissione intende promuovere misure straordinarie analoghe a quelle varate per far fronte alla crisi economica dovuta alla pandemia, quali garanzie pubbliche e finanziamenti a tasso agevolato.
La riproposizione di interventi già noti e in grado di generare impatti positivi sulle imprese rappresenta un aspetto certamente positivo, poiché consentirebbe, proprio grazie all’esperienza maturata negli ultimi due anni, una rapida attuazione del Quadro Temporaneo ed un altrettanto rapido sollievo al tessuto produttivo già fortemente messo alla prova.
Sono però necessarie alcune revisioni, volte a rendere i criteri di assegnazione delle risorse realmente adeguati a supportare le esigenze delle micro, piccole e medie imprese per potenziare l’efficacia degli strumenti.
Le misure straordinarie dell’Unione Europea da sole, inoltre, non sono sufficienti: per le imprese più fragili che stanno uscendo con maggiori difficoltà dalla crisi generata dalla pandemia servono percorsi di accompagnamento e strumenti specifici.
Per preservarne la capacità di restare sul mercato va privilegiata la rinegoziazione dei finanziamenti, che ha il vantaggio di allungare i tempi di restituzione dei debiti e quindi di rimodulare gli oneri in relazione alla capacità di rimborso della singola impresa.
Tuttavia affinché questa modalità di intervento sia vantaggiosa per le imprese un contributo fondamentale dovrebbe giungere dall’EBA attraverso l’introduzione di una maggiore flessibilità nelle regole che impongono alle banche di classificare i finanziamenti a deteriorato al verificarsi di variazioni delle condizioni accordate.
L’Autorità bancaria europea dovrebbe replicare una decisione già sperimentata nella prima fase della crisi pandemica, ovvero un parziale allentamento della normativa regolamentare, affinché la rinegoziazione non perda efficacia, trasformandosi in una futura penalizzazione delle imprese nei rapporti con il sistema bancario e nell’accesso al credito.