Europa e Direttiva Green: guardiamo avanti

L’approvazione della Direttiva Case Green da parte dell’Europa costringe il Paese ad un salto concreto verso un efficientamento energetico che per l’assetto costruttivo italiano non è semplice.

Uno dei cardini della direttiva consiste in un piano ambizioso di ristrutturazione degli edifici residenziali a partire dai meno performanti dal punto di vista energetico per giungere a ridurre il consumo medio di energia primaria del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Il traguardo è di giungere ad emissioni zero con il 2050.

«Siamo senz’altro concordi con la necessità di una riduzione sostanziale e veloce dei consumi per far fronte all’emergenza climatica e ambientale – commenta il Presidente CNA Veneto Moreno De Col ­– ma riteniamo che allo stato attuale la scadenza del 2030 sia un obiettivo sinceramente irraggiungibile per il nostro Paese. In circa 3 anni grazie al Superbonus si è riusciti ad efficientare meno del 4% degli edifici con un risparmio energetico di poco più del 3%. Facendo le debite proporzioni ci vorrebbero almeno 5 Superbonus per raggiungere in soli 6 anni – da qui al 2030 – l’efficientamento previsto dall’Europa. Un obiettivo a nostro avviso troppo ambizioso e difficilmente raggiungibile.»

In Veneto le famiglie che vivono in abitazioni uni o plurifamiliari sono circa il 60% e l’83,7% degli italiani risiede in una casa di proprietà. In Italia, più che in altri Paesi europei, prevale la cultura della casa di proprietà: un grosso impegno finanziario considerato tuttavia un investimento per il futuro.

La tipologia abitativa risulta strettamente legata al livello di urbanizzazione di un territorio. In Veneto il 53,8% delle famiglie delle zone ad alta urbanizzazione vive in appartamenti, questa percentuale scende al 33,3% nelle aree a medio grado di urbanizzazione e raggiunge il 18,5% in quelle a basso. La stessa tendenza si osserva in Italia, dove nelle aree definite ad alta urbanizzazione il 74,5% vive in appartamento, e ben il 46,2% in condomini di medie-grandi dimensioni. (Dati censimento Istat 2001).

Un patrimonio immobiliare che crea un indotto anche dal punto di vista delle imprese del comparto: secondo i dati dell’Osservatorio Economia e Territorio di CNA Veneto, nel mese di dicembre 2023 sono censite 61.825 le imprese edili, delle quali 46.166 imprese artigiane; gli occupati del settore a settembre 2023 sono stati registrati in 130.608 unità e sempre a settembre i prestiti alle imprese del settore costruzioni sono stati pari a 4,6 miliardi di euro. Ma va da sé che ogni spesa relativa al patrimonio immobiliare grava per l’80 percento sui privati.

Tra le proposte di CNA Veneto, che coinvolgono le imprese, i privati ed il pubblico: privilegiare incentivi per la prima casa da adeguare al reddito dei proprietari così da sostenere i redditi più bassi e rapportarli alla efficienza energetica degli edifici ed alla relativa zona climatica (a minor efficienza maggior incentivo); verificare la compatibilità e resistenza antisismica di ogni edificio prima di intervenire per l’efficientamento energetico; creare quindi una griglia di priorità in ordine ai fabbricati sui quali intervenire.  Ed infine, impostare un piano di finanziamenti pubblici basato sulla certezza delle risorse e stilato dopo attenta verifica di quanto disponibile così da non incorrere in sforamenti di spesa come accaduto con il Superbonus.

«Con il definitivo abbandono del Superbonus e con il blocco della cessione dei crediti e dello sconto in fattura – prosegue il Presidente De Col – sono venuti a cessare strumenti ed incentivi per sostenere i privati e per incentivare le imprese in questo processo di efficientamento che richiede tempi troppo stretti per raggiungere il target previsto; e il 2024 si prefigura per l’edilizia come un anno di stallo. Applicare la direttiva europea è senz’altro una possibilità per il settore ed un volàno positivo per lo sviluppo economico del nostro territorio, ma senza risorse e senza incentivi forti, in particolare per i privati, vediamo molto difficile raggiungere l’obiettivo nei tempi prefissati. Chiediamo al Governo se vi siano all’orizzonte misure analoghe in grado di sostenere i privati e le imprese in questa delicata transizione; ma più di tutto è necessario che qualsiasi misura venga adottata possa avere una durata significativa, senza cambi di rotta improvvisi per garantire continuità e certezza negli interventi sia ai privati che alle imprese.»