Emergenza Covid-19. Ora tutti vedono la strategicità del settore trasporti
Tutti i nodi vengono al pettine. Chi ha predicato come me, spesso inascoltato, che ci sono settori da considerare estremamente strategici per lo Stato, ora raccoglie ragione.
I vari casi di abbandono di nostri connazionali in porti e aeroporti, nel momento del panico in Stati i cui politici hanno visto con leggerezza l’infezione da coronavirus e magari deriso le contromisure forti prese per tempo dall’Italia, ci danno conferma della strategicità dei nostri settori del trasporto persone e merci.
Diventa palese che il vettore aereo Alitalia ora diventi indispensabile per garantire la mobilità dei nostri cittadini specie in momenti di emergenza, cosi come il nostro trasporto merci gestito da nostri vettori. Il caso recente, raccontato dal GR1, della “distrazione” di un grosso carico di mascherine e respiratori, donato dagli amici cinesi all’Italia, in viaggio verso il nostro paese, con camion di vettori della Repubblica Ceca, i quali con il loro ministero della salute hanno prima trattenuto e poi distribuito nei loro ospedali il materiale, neanche rispondendo alle proteste ufficiali della nostra ambasciata a Praga.
Casi emblematici che sottolineano sempre più che il settore dei trasporti che siano su ferro su gomma su nave o su aereo, è strategico. La mobilità di persone e cose in totale autonomia che la nostra Nazione deve avere è ben chiara.
La gestione e il controllo hanno un prezzo, ma l’importanza vale questo sforzo. L’autonomia operativa ci pone alla pari con altri attori, ci permette di gestire accordi e partnership senza subalternità ma da protagonisti.
L’autotrasporto nazionale in mano straniera ?
Ho voluto effettuare dei piccoli personali sondaggi sulla mole di traffico pesante presente in diversi orari in A4, nella tratta Padova- Milano, agli inizi e durante il picco di coronavirus.
Mi era capitato di fare lo stesso circa cinque anni fa, per esclusiva curiosità professionale e in un normale periodo dell’anno, confermando la sensazione che avevo, vale a dire che il trasporto su gomma, in questa fascia di traffico, è sempre più aggredito dall’autotrasporto straniero in particolare dell’Est Europa.
Se nel precedente “sondaggio” che ho avuto modo di commentare con i colleghi autotrasportatori del CRAAV in occasione del 35° anno di fondazione presso il castello di San Pelagio nel Padovano, la percentuale di autotreni stranieri era del 75%, nella valutazione dei giorni scorsi invece varia in aumento fino al 90% in certi orari e in certe tratte.
Mercoledi 4 marzo nella tratta BS-MI tra le 09.00 e le 09.45 per 98 camion italiani presenti ce n’erano 53 stranieri, lo stesso giorno nel primo pomeriggio tra le 15.00 e le 15.50 tra Bergamo e Verona le targhe estere erano 74 e 105 le italiane , un po’ più tardi tra le 16.00 e le 16.25 tra Verona e Vicenza le estere erano 40 contro 46 delle nostre.
Nel pieno del picco del coronavirus giovedì 19 marzo la situazione non era dissimile, tra Padova e Brescia dalle 09.00 alle 10.15 per 122 camion nostrani se ne contavano 76 targati vari paesi est EU.
Nel pomeriggio dello stesso giorno tra Desenzano e Verona e tra le 15.50 e 16.05 c’erano 34 camion italiani e 24 con targa dell’Europa orientale.
In questi cinque sondaggi, che non hanno assolutamente valore statistico, ma di riflessione personale, la prevalenza delle provenienze degli autotreni va in primis ai polacchi seguiti dagli sloveni e dai cechi poi con numeri decrescenti a lituani, croati, rumeni e via via a tutti gli altri paesi Est EU con qualche presenza dell’Europa occidentale.
Penso alla luce di quanto elencato, che sia ben poco strategico mettere la logistica e il trasporto nazionale nelle mani di altri, che spesso hanno dimostrato poca lealtà . Attraverso le nostre associazioni come la CNA FITA credo sia urgente far riflettere su questo il nostro governo, soprattutto in un momento di pericolo nazionale.