Crisi ucraina, dalla Commissione Ue via libera agli aiuti di Stato alle imprese

Come CNA vogliamo segnalare che per far fronte alla crisi generata da sanzioni e contro-sanzioni seguite alla crisi ucraina la Commissione europea ha predisposto un nuovo Quadro temporaneo che definisce i criteri che i Paesi membri dovranno rispettare per concedere alle imprese aiuti di Stato straordinari fino al 31 dicembre 2022, salvo proroghe che andranno valutate in base all’andamento della crisi.

La Commissione ha infatti riconosciuto che la crisi ucraina, le sanzioni imposte dall’Unione europea e le contromisure assunte dalla Russia stanno comportando impatti negativi nell’economia di tutti gli Stati membri: aumenti eccezionali dei costi dell’energia e delle materie prime, interruzioni nelle catene di approvvigionamento, incertezza economica.

Il nuovo Quadro di aiuti ripropone misure in gran parte già sperimentate con successo per contrastare la crisi economica dovuta alla pandemia, in modo da facilitarne una rapida attuazione. Sono previste quattro tipologie di aiuto, parzialmente rafforzate rispetto alle ipotesi iniziali, in particolare gli Stati membri potranno:

  • concedere aiuti di importo limitato in qualsiasi forma fino a un massimo di 400mila euro per singola impresa;
  • concedere garanzie pubbliche fino al 90% sui finanziamenti di importo complessivo non superiore al 15% del fatturato medio o al 50% dei costi per l’energia degli ultimi 12 mesi;
  • concedere, direttamente o attraverso le banche, finanziamenti a tasso agevolato alle stesse condizioni stabilite per le garanzie;
  • porre in essere aiuti in qualsiasi forma per alleviare l’incremento straordinario dei costi dell’energia e del gas naturale.

Ora lo Stato italiano dovrà definire gli interventi e ottenere l’autorizzazione da parte della Commissione per renderli operativi. Occorre, però, agire con la massima tempestività, beneficiando anche dell’esperienza maturata con la crisi del 2020, per supportare al meglio il nostro sistema produttivo.

Leggi anche: Dall’Europa nuove misure straordinarie, attenzione però alle regole troppo rigide per le banche.