Comunità energetiche, incentivare autoproduzione e autoconsumo
La Terza Commissione permanente del Consiglio regionale del Veneto ha illustrato il nuovo testo modificato del Pdl n. 82 “Promozione dell’istituzione delle comunità energetiche e di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente sul territorio regionale”, che fa sintesi di tre progetti di legge, uno di iniziativa della Giunta regionale e due di iniziativa consiliare. Su questo Progetto CNA Veneto esprime alcune considerazioni:
L’Italia si è distinta positivamente sul fronte delle comunità energetiche anticipando il recepimento della direttiva europea RedII con l’avvio di una fase sperimentale di lavoro nel 2020, e CNA Veneto ha da subito colto l’iniziativa supportando le imprese associate nel costituire le comunità. Tuttavia a quasi due anni dall’avvio della sperimentazione, le comunità attive sono poco più di venti in tutta Italia per alcune concause: decreti attuativi che hanno differito molto l’operatività della sperimentazione; burocrazia ipertrofica; difficoltà tecnico-operative.
«Plauso alla Regione Veneto che si sta adoperando per approvare una importante legge improntata alla realizzazione e al finanziamento delle Comunità Energetiche – commenta il Presidente CNA Veneto Moreno De Col –. Altrettanto fondamentale è agganciare celermente questo progetto anche ai Fondi regionali Por Fesr, un importante impulso che deve seguire a stretto giro l’attuazione della legge per dare ossigeno alle PMI.
Oggi siamo in una ulteriore situazione di rallentamento dopo l’atteso recepimento della direttiva RedII per aggiornare l’operatività della norma, in attesa dei dispositivi attuativi. Le problematiche energetiche, che stanno mettendo in serie difficoltà le nostre imprese e il tessuto economico del nostro territorio, richiedono una risposta forte: la messa a terra di questo progetto di legge con l’intero impianto attuativo può favorire una conversione all’autoproduzione e all’autoconsumo che ha subìto un pesante rallentamento per le piccole e micro imprese. E’ necessaria maggiore semplificazione e più disponibilità al confronto con gli sviluppatori per smussare le diverse criticità rilevate.
Ed infine sburocratizzare è la parola chiave: sostenere il fotovoltaico come autoconsumo in generale può essere senz’altro il punto di svolta per le nostre imprese, che devono essere messe nella posizione di poterlo attuare senza orpelli burocratici.»
«Uno dei punti critici per il successo delle comunità energetiche – chiosa il Segretario CNA Veneto Matteo Ribon – è appunto il sostegno all’installazione degli impianti fotovoltaici che ne costituiscono l’ossatura. Gli strumenti di aiuto per le PMI in tal senso sono a dir poco scarsi, ricordiamo che le imprese sono escluse dalle detrazioni al 50% per il fotovoltaico e dallo stesso Superbonus, nonché i piccoli impianti fino a 20KW, i più diffusi tra le PMI, sono esclusi anche dalle misure previste dal decreto FER, e nemmeno nel PNRR ci sono capitoli dedicati all’autoproduzione per le PMI. Bisogna cambiare urgentemente passo: sostenere l’autoconsumo e l’autoproduzione in modo convinto e massiccio, non solo nella configurazione di comunità energetica ma anche come autoproduzione semplice, anche prevedendo un credito d’imposta del 50% dell’investimento iniziale almeno per un triennio.
Promuovere una nuova ottica energetica non è un passaggio semplice: va interiorizzato da imprese e cittadini con un accompagnamento vero e proprio delle istituzioni e della società civile. Necessario dalla Regione Veneto un importante sforzo per la promozione delle Comunità, destinando un quantitativo di risorse almeno pari e auspicabilmente superiore a quelle inizialmente previste per il 2021, di 500 mila euro.»