Comparto moda: le imprese devono poter sostenere le maestranze artigiane, capitale “Made in Italy”
Siglato martedì 29 giugno, dopo un lungo confronto tra il Governo e le parti sociali, l’accordo sullo sblocco selettivo dei licenziamenti. L’intesa prevede l’utilizzo degli ammortizzatori sociali esistenti e mantiene il blocco per il settore tessile che include la moda e il calzaturiero sino al prossimo 31 ottobre. Già con la fine di aprile scorso, la Regione Veneto, aveva lanciato l’allarme per 12mila posti di lavoro del comparto (più del 10% del totale degli addetti del settore) di cui 2,5 mila impiegati nel settore calzaturiero, una filiera tutta veneta, vitale a livello nazionale per il settore moda di qualità ed alto livello, per il quale le competenze, le maestranze e la professionalità artigiana portano il Made in Veneto ed il Made in Italy nel mondo.
Secondo il Tavolo Veneto della Moda, prima della pandemia i dati del comparto riportavano a livello nazionale la presenza di oltre 65mila imprese con 600mila addetti. In Veneto vi erano 9.500 unità produttive a copertura del 17,6% del totale del manifatturiero per un fatturato che si attestava al 18% sul nazionale con 18 miliardi di euro.
Il Covid ha impattato negativamente sul settore con un mancato ricavo pari a 22,6 miliardi di euro legati in gran parte al drastico calo delle esportazioni e sono state 6.500 le imprese “perse” a causa della pandemia. In Veneto le esportazioni hanno subìto una contrazione del 9,9% (dati Veneto Lavoro) e non si è ancora attivata la ripresa, mentre la cassa integrazione ha registrato un aumento del 1.850% nei primi 11 mesi del 2020.
«Il decreto pone l’accento sulla difficoltà di una filiera nella quale le imprese artigiane sono risorsa vitale – commenta Alessandro Conte Presidente CNA Veneto –. Il mantenimento del blocco dei licenziamenti del comparto moda è senz’altro una misura a tutela dei lavoratori, ma non impedirà che gli stessi problemi si ripropongano tra alcuni mesi se non si attivano misure concrete di sostegno e ripartenza per le imprese. Ora sono necessarie politiche concrete per tutelare la filiera come sostegno al Made in Italy e iniziative di supporto per consentire alle maestranze di sopravvivere e di non disperdersi in altre esperienze professionali.»
«In questa fase tanto delicata – sottolinea il Segretario CNA Veneto Matteo Ribon – è importante mantenere i rapporti in un’ottica di fattivo dialogo con gli enti locali. Le maestranze artigiane sono il vero capitale delle imprese e ci vogliono anni di esperienza per arrivare ad una formazione completa nel settore. A maggior ragione sono necessarie ora più che mai misure condivise che consentano alle imprese di non disperdere questo prezioso capitale professionale.»