CNA Veneto lancia i 5 pilastri del Patto per lo Sviluppo

Cinque pilastri e molte proposte da inserire nell’agenda regionale dei prossimi dieci anni. La CNA Veneto, con il contributo di tutte le CNA territoriali, in vista delle prossime elezioni regionali del 20 e 21 Settembre ha elaborato in un documento programmatico i cinque pilastri del ‘Patto per lo Sviluppo’. A partire dall’analisi condotta dall’Osservatorio Economia e Territorio curato dal Centro Studi Sintesi di Mestre l’associazione degli artigiani ha elaborato una serie di nuove proposte che rappresenteranno la base per gli incontri con i candidati alla Presidenza della Regione Veneto che si terranno singolarmente e in videoconferenza nelle giornate di Giovedì 10 e Venerdì 11 Settembre.

I dati dell’Osservatorio Economia e Territorio sul governo della Regione

Insieme alla Lombardia e all’Emilia-Romagna, il Veneto produce oltre il 40 per cento del Pil italiano. Tuttavia, ancora prima della pandemia, uno dei territori simbolo della locomotiva del Nordest aveva perso in nove anni 27mila imprese, vale a dire il 5,9 per cento del totale contro il 2,7 per cento della media nazionale. Tra i settori più colpiti l’agricoltura, l’edilizia e la manifattura. Qualcosa nel modello che aveva portato la regione a competere con i principali territori europei si è inceppato. Secondo l’Osservatorio Economia e Territorio curato dal Centro Studi Sintesi di Mestre, il Veneto in dieci anni ha subito una riduzione della spesa per investimenti del 17 per cento; inoltre, le risorse per l’area economica nel complesso non superano il 4,3 per cento del budget regionale.

Il Veneto però è anche tra le regioni d’Italia dove si esporta di più: in un decennio l’export è cresciuto del 41 per cento, con un saldo commerciale positivo che si attesta intorno ai 16 miliardi di euro. I due comparti che più incidono sono la meccanica, che pesa per un 1/3 del totale, e il sistema moda. La laboriosità del Veneto è confermata dalla produttività per addetto che è superiore alla media nazionale; cominciano inoltre a prendere piede, anche tra i più piccoli, i sistemi di innovazione digitale e di e-commerce. Vola il turismo: su questo fronte la regione è infatti prima in Italia, con un +17 per cento di presenze e + 38 per cento di arrivi tra il 2010 e il 2019.

Con quasi 2,2 milioni di persone che lavorano, il Veneto fa registrare un tasso di occupazione del 67,5 per cento, mentre la disoccupazione si attesta su livelli limitati, ovvero al quarto posto in Italia. Tuttavia, nelle micro imprese il livello di addetti non è ancora quello del 2012. Preoccupa la fascia che va dai 15 ai 34 anni, a testimonianza delle profonde trasformazioni che stanno interessando la composizione anagrafica della società veneta.

E mentre almeno 6 imprese su 10 tentano di adeguare i propri modelli per fronteggiare le emergenze, sulle prospettive di molte imprese pesa il continuo calo dei prestiti. Dal 2010 al 2019 la riduzione è stata del 33 per cento, con differenze trascurabili dal punto di vista della dimensione delle imprese.

Nel 2019 il Veneto occupava la sesta posizione nella classifica del Pil pro-capite regionale, con poco meno di 33mila e 800 euro per abitante. Si tratta di una conferma rispetto al rank di inizio decennio. Nello stesso periodo l’Emilia-Romagna ha guadagnato una posizione, mentre la Lombardia è rimasta stabile al terzo posto. Il Pil del Veneto risulta essere comunque superiore al dato medio nazionale di oltre 4.100 euro per abitante.

“Luci e ombre, punti di forza e criticità che ci hanno spinto – osserva il Presidente di CNA Veneto Alessandro Conte – a richiamare l’esigenza di un nuovo ‘Patto per lo Sviluppo’, un documento programmatico attraverso il quale intendiamo fissare quelle che a nostro avviso sono le priorità per l’artigianato e la piccola e media impresa che rappresentiamo. Abbiamo individuato cinque punti fondamentali, cinque pilastri, sui quali a nostro avviso si dovrà orientare l’azione di governo regionale dei prossimi dieci anni, affinché il Veneto possa affrontare più facilmente e velocemente la crisi provocata dal Covid-19, trasformandola in un’occasione di rilancio e crescita importante. Da sempre Veneto fa rima con lavoro: oggi però è necessario rispondere all’esigenza di manodopera qualificata investendo negli istituti in grado di formare le future leve dell’artigianato e della piccola impresa, in formazione e nell’acquisizione di nuove competenze per chi vuole essere realmente competitivo nel mercato del lavoro. A questo si aggiunge la necessità di rispondere più e meglio alle esigenze di vita e crescita per i giovani, delle donne e delle persone più anziane e di dotare le imprese di strumenti realmente efficaci per crescere sviluppando i sistemi di welfare che già nel settore dell’artigianato funzionano”.

5 pilastri Patto

Mani-fattura e competitività territoriale; Cultura della legalità; Strumenti per crescere; Ri – generazione; Formazione e competenze: sono i cinque ambiti che le proposte di CNA Veneto e delle CNA provinciali affrontano nel documento.

“Partendo dall’analisi condotta dal Centro Studi Sintesi di Mestre per CNA abbiamo elaborato una road map di politiche mirate alla crescita delle imprese da inserire nell’agenda regionale dei prossimi anni – commenta il segretario di CNA Veneto Matteo Ribon – Chiederemo ai candidati di illustrare le proprie idee e posizioni rispetto ai temi che maggiormente interessano le piccole imprese e le imprese artigiane che rappresentiamo. Questioni come la sburocratizzazione, la riduzione della pressione fiscale, ma anche l’adeguamento delle infrastrutture materiali e digitali non sono più rinviabili. Il Veneto in questi anni, inserendosi anche in un’area più vasta e in dialogo con le altre regioni dall’Emilia-Romagna alla Lombardia, fino al Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia grazie alla tenuta dell’export e del turismo ha retto il colpo, ma non ha ancora espresso tutto il suo potenziale dato proprio dalle attività delle piccole e piccolissime imprese che, come dicono i dati, contribuiscono in maniera significativa al valore aggiunto regionale”.

5 pilastri Patto

I cinque pilastri e le proposte di CNA Veneto

Mani-fattura e Competitività territoriale 

Tra i dati relativi alla competitività territoriale e alla mani-fattura (dove il trattino tende a sottolineare l’aspetto legato alla manualità e alla trasformazione della materia prima) emergono quelli relativi alla debole crescita del Pil nel decennio che va dal 2010 al 2019 e che amplia il divario con il Länder tedeschi. Dato a cui si aggiunge quello relativo agli ultimi mesi quando a causa della pandemia il prodotto interno lordo regionale ha fatto un balzo indietro di dieci anni. Da qui le proposte di CNA Veneto di investire nelle filiere strategiche del made in Italy e del Made in Veneto che esportano in tutto il mondo; dare nuovo impulso alle relazioni con Lombardia ed Emilia-Romagna che insieme al Veneto producono oltre il 40 per cento del Pil nazionale; favorire l’artigianato rivedendo l’impianto normativo sui limiti dimensionali. Concorrono al miglioramento della competitività territoriale un nuovo percorso verso l’autonomia regionale come leva inedita per lo sviluppo, l’efficientamento della macchina amministrativa attraverso la fusione dei comuni e la spinta verso nuove forme di turismo esperienziale.

Cultura della legalità

Per contrastare il fenomeno dell’abusivismo, che in Italia riguarda almeno due milioni di soggetti e danneggia per prime le imprese sane, è necessario per CNA Veneto sostenere e incentivare processi di sburocratizzazione, ridurre la pressione fiscale, contrastare la concorrenza sleale, facilitare l’accesso al credito attraverso il ruolo dei Confidi. In particolare la CNA individua come strumento di contrasto l’integrazione dei fondi antiusura dei Confidi, il rifinanziamento della legga regionale di contrasto alla criminalità e il potenziamento dell’Osservatorio regionale. In una parola è necessario sviluppare una cultura della legalità che renda il Veneto un luogo ideale dove avviare la propria attività.

Strumenti per crescere

Non solo di strade è fatta una regione. Tuttavia, pur potendo contare su oltre 9mila km di arterie stradali, di cui 595 km di autostrade e 732 di interesse nazionale, la dotazione stradale del Veneto appare ancora sotto la media in proporzione alla popolazione e alla superficie territoriale. Accanto al completamento delle grandi opere, la Pedemontana Veneta (e le opere complementari), la Transpolesana e l’alta velocità nel tratto Venezia – Trieste sono le autostrade digitali a mancare. La banda ultralarga oggi copre il 62,4 per cento delle unità immobiliari e, nonostante i progressi fatti dalle imprese, i livelli su queste restano ancora inferiori alla media nazionale. Di qui la richiesta di ultimare proprio l’infrastruttura pubblica della banda ultralarga specialmente nelle aree bianche, migliorare l’interconnessione tra il tessuto delle pmi e l’accesso agli strumenti tecnologici e digitali anche a partire dall’esperienza del Digital Innovation Hub. Il piano per lo sviluppo della Zls – Zes (zona economica speciale – zona logistica semplificata) dovrà rappresentare una vera occasione di valorizzazione del comparto artigiano e della piccola impresa.

Ri-generazione

CNA Veneto individua nella ri-generazione urbana, ambientale e sociale uno dei fattori chiave per la crescita. Giovani, donne, anziani ma anche il territorio inteso come risorsa collettiva e da preservare sono i destinatari delle proposte dell’associazione in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e della SRSvS (strategia regionale per lo sviluppo sostenibile). Tra le proposte il miglioramento della conoscenza del lavoro delle imprese artigiane attraverso la creazione di campagne e bandi che avvicinino i giovani, nuovi percorsi di attivazione dello smart working nelle piccole imprese e sostegno all’occupazione femminile attraverso l’erogazione di nuovi servizi, anche alla luce delle difficoltà che si sono manifestate a causa del Covid-19. Delle proposte fa parte anche il sostegno ai progetti di alfabetizzazione digitale per allargare le competenze generazionali, con particolare attenzione agli anziani. La salvaguardia del territorio passa anche attraverso il ruolo di regista della Regione sul blocco del traffico: interventi a macchia di leopardo da parte dei comuni non aiutano a un reale miglioramento della qualità dell’aria. Servono inoltre incentivi che producano una reale spinta all’utilizzo della mobilità elettrica.

Formazione e competenze

Il reperimento delle “high skill” rappresenta una delle maggiori sfide. Solo nel 2019 in Veneto si sono cercati 54mila profili tecnici e oltre a 76mila operai specializzati, difficili da reperire. E’ evidente la mancanza di manodopera specializzata. Si tratta dunque di investire anche nella scuola affinché sia sempre più in grado di rispondere alle sfide che il mercato del lavoro pone. I dati sull’occupazione giovanile tra i 14 e i 35 anni evidenziano un gap tra formazione scolastica e sbocchi occupazionali.

Per CNA Veneto sarà necessario investire in maniera più efficiente nella formazione e nello sviluppo delle competenze rafforzando per esempio la relazione del mondo dell’impresa artigiana con la scuola di secondo grado e con le Università. Nella stessa direzione vanno il rafforzamento degli IFTS (istituti tecnici di formazione professionale), degli istituti professionali e tecnici, l’incentivo all’attività di alternanza scuola/lavoro, l’apprendistato professionalizzante e duale. Infine appare un’esigenza trasversale alle diverse generazioni quella di dare attuazione e rafforzare il percorso di educazione finanziaria come previsto dalla legge 17 dell’11 Maggio 2018 attraverso percorsi formativi in collaborazione con le Università, le forze economiche e sociali, con un focus particolare nei confronti dell’economia femminile. Va infine incentivata la cultura della gestione d’impresa per diffondere una maggiore consapevolezza nella cultura imprenditoriale e la propensione all’imprenditoriale, sviluppando competenze linguistiche e digitali utili a supportare la vocazione territoriale all’export.  

In allegato i dati dell’Osservatorio Economia e Territorio e il Documento di proposte inviato ai candidati