CNA Veneto: ancora molte nuvole sul 2023
Le ottimistiche previsioni per il 2022 di una netta ripresa dell’economia veneta che finalmente usciva dalla pandemia, nel giro di nemmeno sessanta giorni si sono capovolte a causa del conflitto tra Russia e Ucraina scoppiato lo scorso 24 febbraio. Una guerra alle porte dell’Europa che ha messo in crisi qualsiasi previsione di ripresa, anche considerando il fatto che il nostro Paese per gli approvvigionamenti energetici dipendeva pressoché interamente dalla Russia e che le esportazioni manifatturiere del Veneto verso Russia ed Ucraina ammontavano nel 2021 a quasi 1,7 miliardi di euro, pari al 2,5% del valore complessivo dell’export regionale, circa il 60% attribuibili alla meccanica e al sistema moda.
Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio Economia e Territorio di CNA Veneto, tre sono stati i nodi più pressanti in questo 2022: l’aumento dell’inflazione trainata dal rincaro dei costi energetici; il Superbonus; l’attuazione del PNRR in base alle risorse allocate al Veneto.
L’aumento dei costi dell’energia letteralmente arrivati alle stelle – rincari di + 215% per l’energia elettrica e di +237% rispetto allo stesso periodo del 2021 e, per il gas, addirittura del +1.180% nei confronti del livello registrato nel periodo gennaio-ottobre 2020 – hanno determinato la faticosa risalita dell’economia delle imprese con una pesantissima ricaduta sulle imprese artigiane del comparto agroalimentare, del manifatturiero e sulle le imprese energivore.
Se l’economia del comparto casa aveva in qualche modo innestato la marcia grazie al Superbonus, le innumerevoli modifiche – ben 16 in poco più di due anni – hanno messo in serie difficoltà sia imprese che committenti. Ciò nonostante il Veneto è stata tra le regioni che meglio hanno gestito l’utilizzo di questo strumento fiscale, con 40mila asseverazioni (un picco nel mese di settembre 2022 con 7.122 interventi avviati), il 75,4% di lavori completati per oltre 4 miliardi di euro ed un importo medio degli investimenti in detrazione di circa 134.000,00 euro.
Altro nodo che ha legato il mondo economico a quello politico è stato rappresentato dall’attuazione del PNRR. In Veneto, risultano attualmente allocate risorse per 3,9 miliardi di euro, pari al 6,2% del totale nazionale delle risorse ripartite (62,3 miliardi di euro). Rispetto al precedente monitoraggio, sempre l’Osservatorio segnala un incremento sia del valore delle risorse assegnate al Veneto (+ 1,1 miliardi), sia della quota regionale sul totale nazionale. Ma ora è necessario che queste risorse si traducano in azioni concrete.
Gli ultimi mesi dell’anno si sono contraddistinti per il segno positivo dinanzi all’export e al trend turistico che nonostante tutto hanno ripreso vigore, assecondando una tendenza al rialzo già anticipata dalla fine del 2021 e confermata da una crescita continua perdurata per tutto il 2022, anche grazie, in particolare per il settore turistico, alla caduta delle restrizioni per la pandemia con la tarda primavera 2022.
I numeri del movimento turistico regionale del 2021 avevano evidenziato soprattutto la crescita rilevante delle presenze straniere (+80% rispetto al 2020): nei primi dieci mesi del 2021 le presenze segnavano un recupero del +52% rispetto al 2020. Nel primo trimestre 2022 sono stati chiari i segnali di ripresa, con presenze raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2021 anche se non sono stati ancora raggiunti i valori pre-pandemia. Tuttavia le presenze registrate nel mese di dicembre lasciano ben sperare (dati Osservatorio Economia e Territorio CNA Veneto, febbraio 2022).
Per quanto riguarda i dati dell’export, l’Osservatorio ha monitorato la crescita delle esportazioni: nel primo trimestre 2022, il Veneto è cresciuto del 20%.
«Viviamo una situazione economica densa di nuvole a cui dobbiamo prestare molta attenzione – commenta il Presidente di CNA Veneto Moreno De Col –, ma ci auguriamo per questo 2023 che le nuvole si dipanino un po’ alla volta. Attendiamo ed auspichiamo con fiducia la conclusione del conflitto Russia-Ucraina, prima di tutto dal punto di vita umano, ma anche per quanto riguarda l’impatto che questa guerra ha avuto sulla nostra economia. E speriamo che la bolla speculativa innescata sulle dinamiche energetiche finalmente si sgonfi per poter ricominciare a dare movimento alla nostra economia, far ripartire i consumi e garantire maggiore stabilità. CNA può aiutare gli imprenditori artigiani nelle loro imprese in questa perdurante economia dell’incertezza: questa per noi è la vera sfida da affrontare con il nuovo anno. I nostri imprenditori dispongono per natura di uno spirito positivo e siamo certi che saranno in grado di affrontare con impegno le possibili difficoltà che si presenteranno. Dobbiamo imparare a cavalcare questa economia dell’incertezza sostenendo gli imprenditori artigiani nella capacità di adattarsi per rimanere in piedi.»
«Da alcuni anni purtroppo a causa di ben note congiunture i nostri artigiani fronteggiano una situazione di particolare difficoltà – aggiunge il Segretario CNA Veneto Matteo Ribon –. Gli imprenditori della nostra regione sono costretti a muoversi in una sorta di circolo vizioso che rischia di fermare l’economia. Mancano una visione per rianimare le nostre imprese da ora e per i prossimi anni, e una strategia condivisa di rilancio del territorio e del Paese. Inutile girarci intorno: anche il 2023 sarà all’insegna di una economia di resistenza. Per questo è fondamentale impegnarsi nella formazione, concentrarsi sull’apporto che possono offrire le giovani generazioni ed investire in sostenibilità.»