CNA Fita, “Venezia non emuli Genova”
CNA Fita, “Venezia non emuli Genova”. Dato che da Genova arriva “aria di tempesta” sull’autotrasporto di container….. a Venezia cresce la preoccupazione. “Quanto sta avvenendo in Liguria non deve in alcun modo propagarsi a Venezia. Questo è quanto affermano le Associazioni di categoria Confartigianato, Fai e Cna Fita del Veneto alle notizie che arrivano dal porto ligure dove, dopo la richiesta avanzata da qualche committente ai vettori primi -e da questi ai loro subvettori- di una riduzione delle tariffe di trasporto del due percento (causa riduzione del prezzo del gasolio), gli autotrasportatori locali hanno alzato immediatamente le barricate. “La remunerazione oggi riconosciuta in questo specifico settorea Genova come a Venezia –spiegano i responsabili associativi – risulta già essere al di sotto dei costi di riferimento sotto ai quali non viene garantita la sicurezza come peraltro stabilito dal ministero dei Trasporti. Se le richieste dovessero continuare su questa falsa riga, senza alcun indugio le Associazioni di categoria non aspetterebbero un minuto ad assumere, previo un passaggio con la base associativa, iniziative per la tutela degli interessi e della salute degli associati”. Oggi il costo medio dell’autotrasporto container da e per i principali porti oscilla da 1 euro e 1,18 euro al chilometro e una riduzione del due percento comporterebbe una diminuzione in fattura tra 5 a 7 euro a viaggio, secondo le destinazioni. Sembra poco, ma moltiplicato per un anno, significa perdere 1.400 euro a veicolo e moltiplicando questa cifra per il numero dei camion in flotta, si possono raggiungere cifre elevate. Considerando anche il forte calo della domanda di trasporto container, che solo nelle prime due settimane di maggio è stimato intorno al 40%, ciò causerebbe notevoli perdite per gli autotrasportatori. A proposito dei costi, gli autotrasportatori evidenziano non solo che a fronte di un leggero calo del gasolio sono aumentati quelli fissi, sia perché aumentano le percorrenze a vuoto, sia a causa delle precauzioni contro il coronavirus, che comportano esborsi per i dispositivi di protezione degli autisti e la sanificazione dei veicoli. “Ci asteniamo dal commentare l’irresponsabilità e coraggio della committenza a richiedere una diminuzione della tariffa -concludono le Associazioni venete- anziché riconoscere i grandi meriti che la collettività ha attribuito al settore riconoscendo i sacrifici sostenuti nel continuare a garantire i servizi nonostante gli incredibili disagi”.