Brexit, raggiunto l’accordo in extremis
Dopo anni di negoziati fra Europa e Regno Unito, a seguito del referendum sulla Brexit del 2016, è stato raggiunto all’ultimo l’accordo. Si è evitato il “no deal” e ciò è un bene soprattutto per il settore Agroalimentare Made in Italy.
L’Italia potrà in tal modo continuare ad esportare prodotti agroalimentari senza dazi o quote nel suo quarto mercato di sbocco commerciale. Si parla di un valore complessivo di circa 3,4 miliardi di euro.
Un “no deal” avrebbe determinato barriere tariffarie, minore domanda interna nel mercato inglese e il deprezzamento della sterlina, penalizzando i prodotti italiani più venduti nel Regno Unito.
La posizione del Governo Italiano
“L’Italia potrà continuare ad esportare prodotti agroalimentari senza dazi e senza quote e questo è un risultato importantissimo. È poi assicurata la prosecuzione della massima tutela alle indicazioni geografiche esistenti al 31 dicembre 2020, come previsto dall’accordo di recesso, e ci ripromettiamo di lavorare con i Paesi like-minded affinché adeguata protezione sia data anche alle future IG registrate dopo il definitivo abbandono del Regno Unito dell’UE”. Così la Ministra delle politiche agricole alimentari e forestali in merito all’intesa raggiunta su Brexit.
Come cambieranno i rapporti UE – Regno Unito
I costi delle esportazioni verso il mercato britannico dopo Brexit aumenteranno comunque. Tutte le esportazioni dovranno essere accompagnate da una dichiarazione doganale. Per vini, spumanti e liquori provenienti dalla Ue dal 1° luglio 2021 scatterà poi l’introduzione di certificati di importazione che prevedono anche test di laboratorio.
I settori più coinvolti
Tra i settori più coinvolti nel commercio con il Regno Unito, ad essere salvaguardati grazie all’accordo, dopo il vino e l’ortofrutta, saranno i prodotti da forno e farinacei, che rappresentano l’11% del mercato e i prodotti lattiero-caseari, che invece equivalgono al 9% dei rapporti commerciali con il Regno Unito.