Bonus Matrimonio. CNA Veneto: «Ossigeno per il settore in crisi, ma serve continuità nei sostegni»

Uno spiraglio per il comparto degli eventi e dei matrimoni, senz’altro tra i più colpiti dalla crisi causata dalla pandemia. I momenti di “respiro” sono stati pochi nell’ultimo anno e mezzo. Un settore che ha bisogno di ossigeno e che deve ripartire rapidamente. E lo spiraglio arriva dal Bonus Matrimonio 2021. In commissione Bilancio a Montecitorio è passato il contributo a fondo perduto ai settori del wedding, dell’intrattenimento e dell’Horeca (hotellerie-restaurant-catering) per un importo complessivo di 60 milioni di euro per l’anno 2021. Dalle anticipazioni dei giorni scorsi dovrebbe trattarsi di un contributo che consiste nel 30% della differenza tra il calo di fatturato annuale tra il 2020 e il 2019, bisognerà attendere il decreto esecutivo che dovrà essere emanato entro 30 giorni dalla conversione in legge del decreto Sostegni bis (entro il mese di agosto). Una misura, richiesta anche da CNA, che aveva come obiettivo quello di premiare sia le aziende che gli sposi.

«Siamo lieti che finalmente questo settore, tra i più penalizzati dalla pandemia, stia ripartendo- commenta Mirco Froncolati, neo Presidente Coordinatore Unione CNA Agroalimentare Veneto – molte sono le professionalità e i settori collegati ad esse che hanno bisogno di sostegno. Auspichiamo che si possa continuare su questa strada ma con un monitoraggio continuo della situazione. Per supportare l’intera filiera e tutte le imprese coinvolte serve una politica di strategie in grado di garantire la maggiore copertura possibile. Gli interventi pensati e attuati sono una buona base, ma è necessario, ora più che mai, un’azione di continuità, al contrario verrebbe vanificato ogni sforzo, e ogni provvedimento preso dal Governo sarebbe una goccia persa nel mare. Un aiuto al settore inoltre potrebbe arrivare da una “revisione” contrattualistica del personale, una maggiore flessibilità degli strumenti per garantire stipendi adeguati e aumentare l’attrattività della professione.»

Ma il Bonus uscirà dal Parlamento dimezzato rispetto alle intenzioni e richieste iniziali. Saranno stanziati solo i fondi per le imprese, nulla è più previsto per gli sposi. Un percorso tutt’altro che lineare. Già un anno fa, a luglio 2020, era spuntato in fase di conversione in legge del decreto Rilancio, un emendamento che prevedeva un bonus per le imprese del settore wedding messe in ginocchio dalle restrizioni e dai divieti di festeggiamenti successivi alle cerimonie e per gli sposi, costretti a rinviare il proprio matrimonio all’anno successivo con caparre già pagate e con spese già sostenute.

«Dispiace per la bocciatura della parte di Bonus riguardante gli sposi e che prevedeva una detrazione del 25% sulle spese per la cerimonia – sottolinea Froncolati -,   un incentivo economico li avrebbe agevolati nell’organizzazione del matrimonio, soprattutto in un periodo in cui potrebbero esserci altri rinvii e avrebbe giovato al settore. Il clima è ancora incerto, non sappiamo cosa succederà da ottobre in poi.»

Intorno al settore dei matrimoni gravitano molte professionalità: hanno sofferto la ristorazione-catering, il servizio di wedding planner, le sartorie per abiti da sposi, fioristi, fotografi, truccatori, acconciatori.  L’Istat segnala come nel 2020 si siano celebrati meno di 97mila matrimoni: si tratta di un crollo rispetto al 2019 (– 47,5%). Nei settori cerimonie e banchetti di nozze la perdita è stata quasi totale durante i mesi di chiusura, e di circa l’80% nei mesi di parziale riapertura; moltissime le coppie che dal 2020 hanno rimandato il loro matrimonio e che ora stanno riprendendo i preparativi con le maestranze artigiane della filiera degli eventi.