Autotrasporto, il MIMS aggiorna i costi di riferimento per le imprese
Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ha finalmente ripreso a pubblicare l’aggiornamento dei costi indicativi di riferimento dell’attività di autotrasporto merci. “La pubblicazione avviene in un momento di enorme difficoltà per il settore, alle prese con aumenti vertiginoso dei costi aziendali che nella maggior parte dei casi non si riesce a ribaltare sulle tariffe di trasporto”, scrive l’associazione.
L’ultima pubblicazione di tali valori è avvenuta il 27 novembre 2020. La tabella dei costi unitari per km è aggiornata alla data del gennaio 2022. La valutazione degli incrementi dei costi di acquisto dei mezzi, degli pneumatici e dei pezzi di ricambio, nonché delle spese per bollo, assicurazioni, ammortamento, pedaggi e costi dei dipendenti è stata compiuta sulla base del tasso di inflazione registrato dall’ISTAT da novembre 2020 ad oggi. La valutazione dell’incremento delle spese per l’energia è stata compiuta sulla base dell’aumento del costo del gasolio, sempre dal novembre 2020 a gennaio 2022, come risultante dai dati riportati nella pagina del ministero della Transizione ecologica.
Costi di riferimento dell’autotrasporto: come si legge la tabella (vedi allegato)
L’impostazione metodologica delle tabelle dei costi di riferimento, nel dettaglio, distingue quattro classi di veicoli con riferimento alla massa complessiva massima di ciascun veicolo (A fino a 3,5 tonnellate, B oltre 3,5 e fino a 12 tonnellate, C oltre 12 e fino a 26 tonnellate, D oltre 26 tonnellate) e individua quattro voci di costo da associare alle forcelle di valori minimo-massimo, distribuite su 3 sezioni:
a) Sezione 1 – Veicolo (includendo veicoli a motore, rimorchi e semirimorchi): relativamente alle voci di acquisto, manutenzione, revisione, pneumatici, bollo, assicurazione e ammortamento;
b) Sezione 2 – Altri Costi:
a. Lavoro: relativamente alle voci di stipendio, trasferte e straordinario;
b. Energia: relativamente alle fonti di alimentazione disponibili (gasolio, LNG, CNG,
elettrico e ibrido);
c) Sezione 3 – Pedaggiamento: relativamente ai costi sostenuti al netto dei rimborsi
previsti da normativa.
Infine, viene determinato il costo chilometrico unitario come somma della sezione 1 e 2 da determinare sull’ipotesi di una percorrenza media d 100.000 Km/anno, precisando, altresì che nell’ambito dell’autonomia negoziale delle parti si potrà tener conto delle differenti percorrenze di Km/anno.