Approvazione del “Decreto lavoro”

Decreto lavoro. Approvato ieri, Primo Maggio, data simbolica, il Decreto Lavoro che introduce alcune importanti novità, tra le quali:

Cuneo Fiscale

Il taglio del cuneo fiscale di 4 punti percentuali tra il Primo luglio e il 31 dicembre 2023; di 7 punti percentuali per le retribuzioni sino a 25 mila euro; di 6 punti percentuali per le retribuzioni sino a 35 mila euro. Da questo taglio ne risulterà un risparmio che verrà inserito sul netto della busta paga. Saranno circa 19 milioni i lavoratori interessati.

Contratti di lavoro

Cambio di rotta per quanto riguarda i contratti di lavoro a tempo determinato che potranno avere una durata massima di 12 mesi, rinnovabili per altri 12 in presenza di determinate circostanze.

Reddito di cittadinanza

Addio al reddito di cittadinanza che viene sostituito dall’assegno di inclusione destinato a famiglie con minori, over 60 e disabili; può arrivare a 780 euro e non ha data di scadenza, ma è vincolato ad un percorso di inclusione sociale. La durata di questo strumento è di 12 mesi e prevede l’obbligo di accettare le offerte di lavoro.

Fringe Benefit

Sale a 3.000 euro la soglia per i fringe benefit per i lavoratori dipendenti con figli a carico.

Voucher

Torna l’utilizzo dei voucher per i lavoratori di aziende che operano nella congressistica, settore fiere ed eventi, ristorazione, stabilimenti termali e parchi di divertimenti: sale a 15mila euro dalla soglia dei 10 mila precedente.

«Bene il taglio del cuneo fiscale – commenta il Presidente CNA Veneto Moreno De Col – anche se la misura ha un costo elevato per la finanza pubblica ed ha una durata limitata. Sarebbe preferibile renderla permanente in modo da contrastare il carovita sempre più impattante sul potere di acquisto eroso dall’inflazione per i lavoratori dipendenti.

Altro segnale importante è rappresentato dall’introduzione dell’assegno di inclusione che sostituisce il reddito di cittadinanza. È stata fatta chiarezza – prosegue il Presidente De Col – dando la precedenza alla dinamica di necessità rispetto alle possibilità di rientro nel mondo del lavoro. Ma è necessario potenziare le risorse destinate alle politiche attive – formazione, accompagnamento, ecc. – per aiutare tutti i soggetti fruitori di questo strumento a rientrare fattivamente in un circuito lavorativo, in grado di gestire il posto di lavoro così come le dinamiche contrattuali relative.»

«Positiva la riforma del contratto a tempo determinato che sburocratizzando lo strumento va a cogliere le esigenze di maggior flessibilità da parte delle imprese e consente loro di poter fruire di una modalità di assunzione in grado di adeguarsi alle mutevoli necessità di occupazione, frutto anche delle dinamiche altalenanti di mercato – aggiunge il Segretario CNA Veneto Matteo Ribon. Questa misura prevede che sia la contrattazione a regolamentare in parte lo strumento, e ciò è positivo in quanto consente di intercettare il reale fabbisogno delle imprese. Da ultimo accogliamo con favore l’innalzamento del tetto massimo per i fringe benefit che sono uno strumento particolarmente utile al fine di contribuire, attraverso misure di welfare aziendale e territoriale al contrasto del carovita, tuttavia sarebbe necessario che l’intervento divenisse strutturale e potesse coinvolgere tutti i lavoratori indipendentemente dal carico famigliare di figli.»

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