8 marzo 2022: nelle mani delle donne, il futuro

Due anni di pandemia e ora il conflitto Russia-Ucraina. E le donne continuano a pagare il conto più salato di queste difficilissime crisi.

Donne che hanno assistito famigliari e congiunti durante il Covid; che hanno interrotto il loro rapporto lavorativo per seguire i figli in DAD e che si sono reinventate nella loro carriera durante il lockdown. E ora donne che con i figli tra le braccia scappano da una guerra insensata per salvarsi, devono ricominciare da zero e trovano rete di appoggio grazie alle altre migliaia di donne che già fanno parte della nostra quotidianità nell’assistenza ai nostri anziani.

«In ogni situazione, affetti, assistenza, lavoro, famiglia – commenta Moreno De Col Presidente CNA Veneto nel porgere gli auguri a tutte le donne per la ricorrenza dell’8 marzo –, il peso sociale grava in particolare sulle donne. Come CNA Veneto non possiamo che sostenere appieno qualsiasi progetto imprenditoriale volto all’occupazione femminile. Nella economia del nostro territorio, nelle micro e piccole imprese, le donne rappresentano un pilastro fondamentale per la loro empatia, la capacità di inventiva, lo spirito di abnegazione che spesso le costringe ad una difficile scelta tra professione e lavoro. In questo 2022, alla luce del drammatico vissuto che abbiamo trascorso e delle vicende a cui assistiamo nell’Est europeo che si ripercuotono ancora una volta in particolare sulle donne e sulle madri, desideriamo davvero poter offrire loro concrete occasioni di realizzazione professionale e di conciliazione tra famiglia e carriera. Questo il nostro augurio per l’8 marzo.»

«In questa festa che senz’altro verrà adombrata da quanto sta accadendo in Ucraina – aggiunge Rosy Silvestrini Presidente CNA Impresa Donna Veneto – la nostra solidarietà e vicinanza va senz’altro a queste donne che stanno combattendo con la forza del coraggio e della determinazione una inutile guerra, e che con ogni mezzo stanno cercando di mettere in salvo i propri figli per salvaguardare il futuro di una nazione e di una civiltà. Non c’è da festeggiare quest’anno, ma da ‘celebrare’ la forza di ogni donna che, in qualsiasi ambito e circostanza, sa metter in campo armi di solidarietà e di ricostruzione. Come imprenditrice non posso non sottolineare come, in particolare nell’ultimo anno, le imprese ‘al femminile’, dopo l’inevitabile stop imposto dal lockdown, abbiano ripreso vigore mettendo in campo una performance che in taluni casi ha superato l’imprenditoria maschile. Facciamo nostro l’ impegno a sostenere queste donne, la loro resilienza, la loro capacità di innovarsi e rinnovarsi. Nelle loro mani il futuro anche economico del nostro territorio.»